A moi-même revant la nuit
Stupisce la sempre viva, fervida vena poetica di Santa Fizzarotti Selvaggi.
Stupisce come riesca a rimanere se stessa, a conservare la sua identità poetica e tuttavia a rinnovarsi, a trovare con toni, parole e armonie di sempre, nuova poesia. L'idea nuova ha radici antiche: da un lato sullo sfondo la struggente bella fabella di Eros e Psichce, come la chiama Apuleio nelle Metamorfosi, e dall'altro e soprattutto la forma di dialogo "lirico", quasi ma non ancora del tutto teatrale, propria dell'arcaica lirica popolare, di certe odi di Saffo, di un ditirambo dialogico, il Teseo, di Bacchilide, tutti dialoghi a due, "a tu per tu", botta e risposta, senza bisogno nè di una terza voce nè di sintesi, nè di paradossi come quelli provocatori dei Dissoi logoi. Le due voci sono infatti intonazioni di una stessa voce.