Addio a Benedetto XVI: un monumento della teologia

SANTA FIZZAROTTI SELVAGGI - Avevo deciso di non scrivere nulla sul transito al Cielo di Papa Benedetto XVI e d’altra parte non nego che dopo la notizia diffusa dai media sono rimasta in silenzio per qualche ora. Avevo bisogno di silenzio e di ricordare. Non sono in grado di tessere le sue lodi così come mi accade di leggere.

E se è vero, come credo che sia, che è lo Spirito Santo a guidare Santa Madre Chiesa e che Dio Padre prepara la strada affinché noi esseri limitati si divenga in grado di comprendere le ragioni degli accadimenti allora non c è bisogno di dimostrare di sapere ogni cosa sulla profondità del Pontificato di Benedetto XVI. I suoi scritti, il suo pensiero, le sue azioni sono la effettiva testimonianza di un teologo straordinario.

Mi è subito venuto in mente il Suo gesto benedicente la salma di Papa Giovanni Paolo II mentre il vento sfogliava il grande libro del Vangelo.

Gesto meraviglioso e tremendo, ebbi a udire durante la trasmissione in diretta dei funeralo. Si. Meraviglioso e tremendo. Si chiudeva l'epoca di un Papa, Karol Wojtyla, che nel giorno della sua elezione ebbe a dire: se sbaglio mi corrigerete!!!

Nella storia cambiava qualcosa: veniva riconosciuta la fallibilità dell’essere umano e la possibilità di interazione con l’Altro. Mi piaceva molto Papa Wojtyla: era coraggioso, amava sciare, era un poeta. Mi sembrava insostituibile. Poi dopo la Sua nascita al Cielo giunse Benedictus PP XVI.

E io pur nel dolore esultai di gioia: un Papa che avrebbe tutelato al massimo i valori della cristianità, uno studioso; un Papa che suonava il pianoforte e che amava i gatti. Un Papa grandissimo e umile, un Papa che prediligeva la Messa in latino.

Confesso che non mi piace levarmi presto al mattino ma quando seppi che il 4 maggio subito dopo la sua elezione sarebbe venuto a Bari non esitai a decidere di recarmi a largo Marisabella per assistere alla Messa officiata da Papa Benedetto. In quel periodo rivestivo un ruolo di grande responsabilità in CRI - CNF e mi impegnai nel facilitare la partecipazione delle Volontarie. Mi levai alle tre del mattino e alla quattro ero già in divisa a Marisabella.

Attesi a lungo e poi vidi giungere nella vettura Sua Santità’ che si scherniva timidamente dalle ovazioni . Durante la Messa chiese umilmente a voce bassa, ma udita da tutti, al prelato che lo assisteva dove fosse la preghiera dell’Angelus. Sentii il cuore riempirsi di gioia e tenerezza: avevo letto molte sue pubblicazioni e mi ero fatta una idea diversa e cioè quella di un meraviglioso rigoroso intellettuale.

E invece scoprivo che era anche di una disarmante semplicità e al medesimo tempo fermezza.

Dopo qualche tempo sempre a causa del mio ruolo apicale per il CNF si organizzò una udienza nella Sala Nervi. C’erano tanti giovani che cantavano a squarciagola: quando giunse il Papa i giovani al Suo invito dolce ma risoluto dovettero abbassare il tono. Non riporto il Suo discorso ma posso affermare che ogni Sua parola era preziosa. Poi come non ricordare la Sua strenua difesa nei confronti della vita, della coniugalità, la difesa della grande tradizione non disgiunta dall’anelito della innovazione e trasformazione.

Ho seguito ogni sua omelia e sempre il mio cuore diveniva colmo di speranza. Egli nei Suoi illuminati scritti si affidava alla benevolenza degli altri. E ne aveva ben donde: il Suo pensiero diveniva patrimonio di ciascuno di noi e dunque sottoposto a tante elaborazioni.

Apprezzai moltissimo il discorso a Ratisbona che nella mente piena di pregiudizi di alcuni non fu colto nella sua rivoluzionaria essenza... La Sua idea di Europa è di una chiarezza estrema e direi salvifica. Poi le dimissioni: da rimanere increduli in un primo momento ma alla luce dei tanti eventi erano coerenti con la Sua grandezza.

Nel Suo testamento spirituale si legge : “Sono ormai sessant’anni che accompagno il cammino della Teologia, in particolare delle Scienze bibliche, e con il susseguirsi delle diverse generazioni ho visto crollare tesi che sembravano incrollabili, dimostrandosi essere semplici ipotesi: la generazione liberale (Harnack, Jülicher ecc.), la generazione esistenzialista (Bultmann ecc.), la generazione marxista. Ho visto e vedo come dal groviglio delle ipotesi sia emersa ed emerga nuovamente la ragionevolezza della fede. Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita — e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo“.

Un monumento: parole non ci sono per commentare ma a noi spetta il silenzio. Papa Benedetto XVI ringrazia Dio per la vita che gli ha dato e noi dovremmo ringraziare il Signore per avercelo donato. A Papa Francesco l‘arduo compito di continuare nella Sua opera.